giovedì 31 luglio 2014

L' ABC dell'uomo elegante

Agli uomini, perché con poche semplici regole sappiano cavarsela in questa "giungla" contemporanea.

Alle donne,  perché sempre sappiano riconoscere e apprezzare un uomo "veramente" elegante.





A. Come Accessori i soli ammessi da indossare sono: orologio, gemelli, portafoglio, e se altri sono          proprio inevitabili ( penne, agende, portachiavi, e giù nell'inferno delle cianciafruscole ), finiranno bene ordinati, in una bella cartella di morbido vitello.

B. Come Beltà, recita un detto: " La bellezza di un uomo sta nell'eloquenza del suo linguaggio". " 
Ci  sono oggi, tanti maschi, ma così pochi uomini..."
Come Bretelle ad esse è affidato il mistero della linea, il segreto dell'appiombo perfetto, sin dal       1820 le migliori bretelle fatte a mano sono quelle dell'inglese Albert Thurston.

C. Come Centimetri, un centimetro è quanto devono sporgere i polsini della camicia, dal bordo delle maniche della giacca; un centimetro è quanto deve sporgere, dal taschino della giacca, il fazzoletto bianco piegato a rettangolo; un centimetro abbondante è quanto deve sopravanzare il colletto della camicia rispetto alla pupilla della giacca; due centimetri e mezzo è il giusto tacco della scarpa; quattro centimetri sono quelli dei risvolti dei pantaloni.
Come Collo, esso sostiene la testa, il colletto definisce la camicia. L'adozione non è sbagliata ma genera confusione.

D. Come Denaro è importante perché l'eleganza è costosa, se tutti i ricchi fossero eleganti l'equazione sarebbe perfetta, ma è più spesso vero il contrario.

E. Come Eleganza una volta perfezionata, sarà tutto vano senza finezza morale.
Come En solitaire, l'assoluto elegante vive gli imperativi del proprio destino. 
Non quelli della sorte altrui.

F. Come Fazzoletto da taschino, i falsi eleganti lo indossano a tutte le ore perché pensano di completare al meglio la loro mise. I veri eleganti sanno che esso deve essere bianco, in pura batista di lino, e che non si indossa prima delle diciotto (solo la domenica è permesso in tutte le ore del giorno).

G. Come Griffe. Lo dice la parole stessa: è il "marchio" indelebile per chi è incapace di pensare, e decidere con la propria testa.
Come Guanti, mai quelli neri da strangolatore.

H. Come Hermes l'unico sigillo di stile.

I. Come Italiani; se vi lusinga così tanto il modo di abbigliarsi britannico, vestite "all'inglese" senza illudervi di esserlo.
Ci si può appropriare delle forme di una cultura. Non della sua essenza.

L. Come Letture; per alcuni finiscono subito dopo la laurea, per altri cominciano.
Come Linea; tenere il proprio peso-forma è difficile ma non impossibile, se accumulate adipe vuol dire che lo stomaco governa il cervello.

M. Come Moda, una parola stupida quanto chi la segue. L'uomo elegante non è mai alla moda, egli è aggiornato nello stile, al passo coi tempi.
Come Mito il "Mito" segna un destino, non riempie le pagine dei rotocalchi.

N. Come Nero. Il nero ha invaso le città, ponendole costantemente in lutto, e poiché rappresenta la privazione dei colori anche la negazione delle idee. 
Una forma irresponsabile di radicalismo minimalista e plebeo.

O. Come Ombrello (nero), serve per proteggersi dalla pioggia e non per accecare con le estremità delle astine metalliche quando è aperto.  Fate quindi attenzione a come vi muovete.

P. Come Profumi, CREED dal 1970, il preferito della regina Vittoria, l'assoluto per Napoleone III, speciali le fragranze delle collezioni private; magico il Green Irish, eccelso il Royal Water ( l'acqua reale).

R. Come Righe; la stoffa del diavolo, una storia delle righe e dei tessuti rigati.

S. Come Spezzato, il più sottile diaframma tra paradiso e inferno, è un ottimo banco di prova per l'aspirante al titolo di "elegante". ...un solo errore, nell'armonizzare tessuti e colori, ...e il disastro sarà compiuto!
Come Su misura, l'unica via percorribile per la vera eleganza, nella produzione industriale si ha sempre l'impressione che il corpo si muova "dentro" l'abito e non "con" l'abito.

T. Come Tatuaggi, esprimono indelebilità di un ricordo tragico. Solo se si è fatto parte di un reparto speciale dell'esercito e si sono compiute missioni di guerra, si ha diritto, e l'onore, di portarlo.
In tutti gli altri casi è solo, becero esibizionismo.

U. Come Understatemen, uno dei presupposti basilari dell'eleganza. 
Anche il palazzo più lussuoso o la villa a Saint Tropez si chiamano "casa", un veliero a due alberi è una semplice "barca", una bottiglia di Chateau Petrus del 1982 è "una bottiglia di vino rosso", una grave angina pectoris è "un leggero raffreddore" e la perdita per crollo della Borsa una "sfortuna".
Chi non fa proprio questo principio non sarà mai "elegante".

V. Come Venti, dalle ore venti in avanti si ha diritto di indossare uno smoking. Mai prima!
Come Vanterie. Non ci si vanta dei propri pregi, né si scherniscono i difetti altrui. Guai l'autoreferenzialità o l'autocitazione: "io so..." " io conosco..." "come ho già detto..." "come ho già scritto"

Z. Come Zephir, tessuto di cotone, fine e leggero, in armatura a tela, fabbricato con filatori ritorti a due capi. Il migliore è quello mercerizzato, l'elegante lo impiega nella camiceria.
Come Zotici, i cafoni, gli scorbutici o, peggio, i villani. La ricchezza, per quanto grande possa essere, non autorizza in alcun caso comportamenti maleducati. Anzi, il più grande patrimonio che si può lasciare in eredità ai figli è proprio una buona educazione.
La ricchezza può svanire, le buone maniere rimangono.


                                             ... il bene non ha che un modo, il male ne ha mille...
                                                                                         - Honorè de Balzac- 



5 commenti:

  1. Cara amica mia,
    l'ho testè riletto con più attenzione.
    MA LO SAI CHE HAI FATTO DAVVERO UNA COSA ECCEZIONALE?
    Condivido ogni parola, virgola e punto, a parte quei piccoli appunti che ti ho già descritto.
    Ci sarebbe da farlo pubblicare su una rivista come Monsieur, rivista molto attenta allo stile e all'eleganza del genere umano.
    Vedi, mia cara Alice, tempo fa scrissi che il grande, nonchè annoso, problema dei giorni d'oggi riguardo lo stile e l'eleganza, sopra citati, è dettato da due fattori principali:
    1. La mancanza di cultura a riguardo; i messaggi che i media trasmettono continuamente vanno verso il senso opposto. Mia madre, donna di estrema cultura ed, aggiungo, di un altro mondo, mi diceva sempre che è l'ambiente a determinare la vita di un uomo e mai il contrario.
    La standardizzazione e l'omologazione che stanno cercando di imporre alla massa, in tutti i campi, produce proprio quello che hai scritto tu e cioè il seguire la griffe e i suoi dettami, al cospetto di un proprio stile che alla lunga, però, fa la differenza.
    2. Un altro problema è che tutta la moda è in mano ai gay, sia maschile che femminile e questo ha portato alla mancanza di una netta distinzione tra i due generi. Per carità, non ho nulla contro il genere "neutro", però fidati che è così. Sono stati dei grandi quando hanno vestito la donna, vedi Valentino, Ives Saint Lauren........ ma nell'uomo hanno fatto disastri inenarrabili.
    Tornando al tuo post, mi hanno colpito queste tue definizioni:

    Come Denaro è importante perché l'eleganza è costosa, se tutti i ricchi fossero eleganti l'equazione sarebbe perfetta, ma è più spesso vero il contrario.

    Come Understatemen, uno dei presupposti basilari dell'eleganza.
    Anche il palazzo più lussuoso o la villa a Saint Tropez si chiamano "casa", un veliero a due alberi è una semplice "barca", una bottiglia di Chateau Petrus del 1982 è "una bottiglia di vino rosso", una grave angina pectoris è "un leggero raffreddore" e la perdita per crollo della Borsa una "sfortuna".
    Chi non fa proprio questo principio non sarà mai "elegante".

    Come Vanterie. Non ci si vanta dei propri pregi, né si scherniscono i difetti altrui. Guai l'autoreferenzialità o l'autocitazione: "io so..." " io conosco..." "come ho già detto..." "come ho già scritto"

    Come Zotici, i cafoni, gli scorbutici o, peggio, i villani. La ricchezza, per quanto grande possa essere, non autorizza in alcun caso comportamenti maleducati. Anzi, il più grande patrimonio che si può lasciare in eredità ai figli è proprio una buona educazione.
    La ricchezza può svanire, le buone maniere rimangono.

    In esse c'è tutta l'essenza di un'eleganza e di uno stile che prescinde dall'aspetto esteriore e non a caso si dice che l'abito non fa il monaco.

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  2. Sono d'accordo con il "decalogo", trovo molto interessanti i punti t,u,v,z.
    Parlando di stile ritengo essere errori "ripugnanti" i piedi nudi dentro le scarpe (il fantasmino è un'aggravante), la cravatta corta a "mezza panza", la canottiera, indossare pantaloni corti (bermuda) in città, il borsello ed il pull girocollo senza camicia.
    Invito gli uomini a vestirsi da uomini, senza troppi fronzoli e ninnoli vari.
    Esorto i numerosi "runners" a non infilarsi in pantaloncini e magliette super tecniche ed iper attillate in quanto l'effetto che si rischia di ottenere è quello di sembrare una salsiccia con le braccia.
    Buon Ferragosto!

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  3. L'eleganza e' dentro, tutto il resto e' architettura spicciola!

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