lunedì 28 luglio 2014

La classe in un dito: Chevalier

L'anello a sigillo o Chevalier è uno dei miei accessori preferiti e difficilmente vi rinuncio.

Anticamente aveva la stessa importanza della carta di credito o del BlackBerry: chi lo perdeva andava nel panico.
Era una specie di timbro con la firma del contraente che veniva utilizzato per siglare un accordo.
In un passato dove leggere e scrivere era prerogativa di una classe elitaria, il poter lasciare un simbolo o segno identificabile da tutti era davvero importante.

Nel Medioevo, le nobildonne lo portavano come simbolo di prestigio e indipendenza.

Nel famoso dipinto:

                                                      Donna allo specchio di Tiziano



Il piccolo anello che la giovane indossa al mignolo della mano sinistra, ci ricorda che è sola, padrona di sé, del suo corpo, della sua mente e del suo destino, non c’è una famiglia che la guida, la irreggimenta e la destina come merce pregiata. 


Oggi ha un potere tutto particolare.
Rappresenta l'individualità di ognuno di noi perché ci si può incidere ciò che si vuole.

La versione classica reca l'insegna di famiglia o della scuola frequentata, oppure le iniziali di nome e cognome, ma se volete essere un po' meno tradizionali, potete far incidere di tutto, una battuta o una data da ricordare per esempio.


Il mio chevalier preferito col simbolo di Montegallo
#montegallo45



Qualsiasi cosa decidiate, sappiate che indossare un anello a sigillo è un segno di stile senza tempo,
un autentico A-trend e come sapete "la moda passa ma un A-trend resta!" ( vedi post A-trend )


Idee di Alice

Se non vi infastidisce l'idea di portare un anello con le iniziali di qualcun altro o l'insegna di una famiglia che non è la vostra, cercate nei negozi di antiquariato, dove troverete antiche e complicate incisioni.

Se invece, preferite realizzarne uno speciale, che parli di voi e della vostra storia, vi consiglio di  fare come me: andate a Pesaro e fate una chiacchierata con la mia amica Claudia Ottaviani


Claudia è una delle designer di gioielli più brave d'Italia e nel suo laboratorio di Pesaro i sogni, specie se preziosi e unici, diventano realtà.



5 commenti:

  1. Grande. La globalizzazione omologa cose e persone. Il sigillo riporta l'uomo da massa omologata a persona. Classe contro massa.

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    1. caro Angelo, quando un uomo coglie nel segno...anzi nel sigillo! :)

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  2. concordo...io ne posseggo uno donatomi da mio nonno, il quale lo aveva ricevuto in dono dal fratello, ovvero mio zio, durante il loro primo incontro a Detroit dopo quindici anni di lontananza causa seconda guerra mondiale. Mio zio fu catturato e fatto prigioniero dagli alleati che lo portarono in America, dopo aver fatto fortuna come imprenditore edile e stradale, riunì tutti i fratelli e durante quell'incontro regalò uno chevalier come simbolo di unione e orgoglio familiare.

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    1. Più Chevalier di così!... bellissima storia Lorenzo, grazie di avercela raccontata.

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