lunedì 21 luglio 2014

A scuola di trecce, Campocavallo e la Festa del Covo

Quando voglio un'aria veramente cool con poco, mi raccolgo i capelli in una treccia.
Esattamente in una 'treccia marchigiana'.

Si, perché di trecce ne esistono di due tipi: quella "classica" alla francese e quella a spiga di grano anche detta "marchigiana" appunto. 
( in verità esistono anche quella olandese e quella greca, ma lasciamo stare tanto stanno bene solo a loro).

La treccia alla francese, conosciuta anche come treccia cucita, è probabilmente una delle più diffuse e note. In verità fare la treccia alla francese non è così semplice come si potrebbe immaginare e richiede abilità non certo 'fai da te'. Perché sia perfetta occorrono spazzola, lacca e diversi elastici.

Treccia francese


La treccia a spiga di grano o marchigiana, manco a dirlo, è la mia preferita. 
E' una treccia molto fitta che, rispetto a quella “classica”, da un effetto più naturale e raffinato e  nasce dalla tradizionale lavorazione delle spighe di grano dorato che si tramanda nelle Marche di  madre in figlia, durante la mietitura del grano. 
Io riesco a farmela da sola, ovunque, con qualche piccolo movimento delle dita e un certo esercizio che mi ha insegnato la mia nonnina.

Treccia marchigiana






In verità  le origini di questa pettinatura sono molto antiche e risalgono addirittura all’Egitto, anche se molti ne individuano un origine ancora più remota, addirittura nelle società tribali dell’Africa occidentale quando era uso insegnare alle giovani delle tribù l’arte di intrecciare i capelli. 
Tutt'oggi sono di moda le treccine africane ( anche quelle lasciamole stare a meno che non siate Africane appunto, a loro si stanno bene )

La storia e la tradizione delle trecce marchigiane però hanno un origine magica e sacra perché nascono da un miracolo:
Il miracolo della Beata Vergine di Campocacallo.
La tradizione narra, che il 16 giugno 1892, all'interno della piccola chiesa di Campocavallo di Osimo, la riproduzione pittorica della Madonna abbia cominciato a piangere gocce d'acqua e le pupille della Vergine si siano abbassate e alzate davanti a una folla di fedeli. 
Da allora questo evento viene ricordato attraverso una sentita festa popolare che si tiene ogni anno la prima domenica di Agosto: La Festa del Covo
Il coinvolgimento è tale da impegnare gli abitanti del posto per tutto l'anno nella realizzazione del carro. 
Le donne di Campocavallo si tramandano con amore, di generazione in generazione, l'arte di lavorare fili di paglia per dare pazientemente origine a trecce di grano dorato.




La tradizione della lavorazione delle spighe tramandata di generazione in generazione 

trecce di grano dorato



Che poi gli uomini usano per allestire la struttura del carro.



Il Covo, da cui deriva il nome della festa, è in realtà un carro che trasporta un artefatto di paglia raffigurante un monumento religioso, ogni anno diverso.
Quest'anno (2014) il Covo riprodurrà la chiesa di S.Pietro in Vaticano.



La Basilica del Sacro Cuore di Montmartre - Parigi
Covo Edizione 2013

Romantico vero? Sarà per questo che gli uomini adorano le trecce! 

Se vi capita di passare per Campocavallo nei giorni antecedenti la festa, chiedete in quale casa stiano facendo le trecce e le donne del posto saranno ben felici di raccontarvi i segreti della lavorazione di una perfetta treccia marchigiana. 

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