giovedì 10 luglio 2014

Le Fate Sibilline


Se volete conquistare una Marchigiana chiamatela "Fata". Mai complimento sarà tanto azzeccato.

Quando il mio primo fidanzatino ( romano doc ) mi incontrò la prima volta, esordì esclamando:
"A fata !", io capitolai tra le sue braccia.
Aveva colto nel segno. Aveva riconosciuto qualcosa di straordinario. E' così.
Noi marchigiane siamo tutte magiche.

Ma perché storicamente ci fregiamo di tale meritatissimo e incantevole epiteto?

Nelle zone montane delle Marche si fa spesso riferimento alle fate.
Ci sono due grotte a loro dedicate, una sul monte Sibilla e un'altra sul Vettore, esistono sentieri delle fate, i cerchi delle fate e non mancano detti popolari che si riferiscono a queste creature magiche, misteriose e con ogni probabilità inesistenti. A meno che si vada parecchio indietro nella storia della regione, esattamente al 295 a.C, quando nel territorio fra Sassoferrato e Camerino venne combattuta una sanguinosa battaglia di Sentino tra Romani e Celti anche detti Galli Senoni.

Le legioni Romane ebbero la meglio e le tribù celtiche si dispersero.
Per salvarsi, i druidi (sacerdoti) e le donne celtiche si nascosero nei boschi delle montagne marchigiane. 

Erano donne sole, giovani e belle e molto probabilmente la loro presenza in zone isolate favorì la nascita di leggende e storie fantasiose come quella della Sibilla e delle Fate Sibilline.





D'altronde, se nel Maceratese non fossero arrivati i Celti, come si spiegherebbe l'esistenza, nel comune di Cingoli, di un borgo che si chiama Troviggiano, ovvero "druido Giano"?
Tracce archeologiche di Celti o Galli Senoni si riscontrano praticamente ovunque nelle Marche, fino anche a Senigallia (che prende appunto il nome dai fondatori : Senoni Galli).

Le Fate sibilline sono quindi donne celtiche, al pari delle anguanes alpine, donne vere in carne ed ossa. Belle e affascinanti, depositare di conoscenze superiori.

La danza delle fate-musica celtica

Dunque colleghe fate marchigiane,  se camminando per le strade di Roma vi sentite salutare con
"A fata ", ebbene vi hanno riconosciuto.
Tranquille. Ringraziate, salutate e fate un lieve cenno con la vostra bacchetta magica come farebbe una vera grande Fata Sibillina Marchigiana.




Nessun commento:

Posta un commento