venerdì 9 gennaio 2015

A lezione di stile da papà


Una delle lezione di stile più importanti della mia lunga e rinomata carriera di "fashion rompiballe" me la diede mio padre in tempi non sospetti.
Ora, chi conosce il mio caro genitore sa che lui di tutto s'interessa tranne che di moda, anzi, a dire il vero, la sola idea di entrare in un negozio gli fa venire le bolle e anche girare parecchio le palle!
(peraltro come al 90% degli uomini che ho avuto fin qui la "fortuna" di conoscere!).
Il suo concetto di look si limita all'essenziale opportunamente attrezzato da mia madre che gli fa trovare sempre belli e pronti capi puliti, lavati, stirati e nuovi quando serve -ma non troppo, che poi serve davvero?-.

Era una simpatica mattina di primavera a Montegallo, in pieno delirio anni '80.
In città i paninari dettavano le regole dell'abbigliamento "cool" e in provincia, noi le seguivamo alla lettera.
Io e mio fratello eravamo ampiamente forniti da mia madre di tutto l'occorrente per essere alla moda.
Praticamente ci vestivamo al suono di:
"Passami la cintura del Charro"
"Prestami la giacca di Moncler"
"Ti tiro un Camperos"
"E io ti rispondo con una Timberland"
"Hai visto le mie Vans?".

La conversazione più intensa tra me e lui era:
"Di chi è questo jeans che indossi?"
"Ma come non lo riconosci? E' un Lee e quello del centenario!.
Rispondevo io mostrando elegantemente l'enorme scritta incisa sulla tasca sinistra del derriére che recitava "100 Hundred years old"!

I nostri amici e il resto dell'universo a noi noto era esattamente identico a noi e anche a se stesso.
Un'onda di gente omologata (adolescenti ma anche qualche adulto) che girava vestita al grido di:
"Siamo fichi, siamo uguali, siamo tutti paninari".
Esistere era una questione di "etichetta".

Quella mattina, mio padre era seduto in cucina a prendere il solito caffè, quando, nello scorgerlo con una camicia bianca nuova fiammante, io e mio fratello, invasati, porgemmo la domanda di rito:
" Bella questa camicia papà! Di chi è?"

Mio padre ci guardò perplesso e rispose serafico:
"Non ne ho idea".
Poi prese una biro, firmò il candido taschino con le sue iniziali e aggiunse:
"Ma poco importa. Ora è mia di certo!".
Salutò e usci disinvolto per andare a lavorare.
Potete immaginare la reazione.
A parte le risate, nostre (e probabilmente di chi quel giorno incontrò mio padre) e le urla di mia madre che avrebbe dovuto smacchiare l'inchiostro (ma qualcuno c'è mai riuscito a smacchiare davvero l'inchiostro?!), la scenetta fu raccontata in lungo e in largo ogni volta che si toccasse l'argomento moda a casa mia. (veramente la raccontiamo ancora)

Eppure in un colpo solo e "da maestro", mio padre ci stava trasferendo  un concetto base dell'eleganza:

la personalità.

Il messaggio era stato chiaro ed illuminante:
vestire deve riflettere la propria personalità.

Da quella mattina decisi che dovevo coltivare il senso dello stile, ma non in generale, dovevo definire il mio stile personale, sul quale avrei potuto mettere la firma (magari senza inchiostro!), insomma dovevo avere un guardaroba personalizzato.

La prima cosa da fare per creare il proprio stile è darsi proprio un'etichetta, ma non quella che pensate voi.
Etichettare il proprio stile è il modo migliore per concentrarsi su chi si è e soprattutto su come ci si vuole presentare al mondo.
Può risultare difficile attribuire un'etichetta al proprio abbigliamente, ma lo stile può essere qualsiasi cosa: classico, di tendenza, eclettico.
Non preoccupatevi. Niente è scolpito nella pietra. Potete cambiare etichetta quando volete.
Se siete delle ribelli a cui piace un look d'alta moda anticonvenzionale, la vostra etichetta potrebbe essere eccentric chic.
Se vi piace il look elegante e sofisticato di Sofia Coppola, potete definire il vostro look ladylike chic. Siate creativi.
Non è necessario adeguarsi alle solite definizioni.
La vostra etichetta può essere unica!

Per esempio io chiamerei il mio look attuale ladylike chic con un tocco country. 
Ladylike perchè mi piace indossare cappotti o giacche dal taglio sartoriale, abiti eleganti e femminili anche se non rinuncio mai ad un accessorio country: un cappello, una cinta, un ricamo, uno stivale o un bracciale in corno, che mi fa sentire a mio agio, sicura, disinvolta e anche un pò a casa, tra le mie "dolci colline marchigiane" anche quando sono dall'altra parte del mondo.

Una volta che avrete definito il vostro stile, potete cercare di individuare lo stilista che meglio vi si adatta.
Una delle mie preferite è Cristina Tajariol.
So perfettamente che quando entro nel suo prezioso Piccolo Atelier di Ancona, trovo sempre qualcosa di perfettamente adatto al mio stile.

www.piccoloatelier.com






Il Piccolo Atelier di Cristina Tajariol

La stilista Cristina Tajariol

 




Cristina e le sue clienti

Accessori di Piccolo Atelier


Definire il vostro stile vi permetterà di risparmiare tempo e denaro. Ignorerete le mode e sceglierete solo ciò che amate e che riflette la vostra personalità.

"LA MODA PASSA, 
  LO STILE - QUELLO PERSONALE (AGGIUNGIAMO NOI) - RESTA !"
                                                                                        
                                                                                  Franco e Alice Catena

Ps. A onor del vero, per la cronaca e per i posteri, tutto o quasi, quello che so di stile e moda lo devo a mia madre e alle lunge interminabili ore passate dalla sarta a personalizzare i suoi abiti :)
Love MUM