giovedì 31 luglio 2014

L' ABC dell'uomo elegante

Agli uomini, perché con poche semplici regole sappiano cavarsela in questa "giungla" contemporanea.

Alle donne,  perché sempre sappiano riconoscere e apprezzare un uomo "veramente" elegante.





A. Come Accessori i soli ammessi da indossare sono: orologio, gemelli, portafoglio, e se altri sono          proprio inevitabili ( penne, agende, portachiavi, e giù nell'inferno delle cianciafruscole ), finiranno bene ordinati, in una bella cartella di morbido vitello.

B. Come Beltà, recita un detto: " La bellezza di un uomo sta nell'eloquenza del suo linguaggio". " 
Ci  sono oggi, tanti maschi, ma così pochi uomini..."
Come Bretelle ad esse è affidato il mistero della linea, il segreto dell'appiombo perfetto, sin dal       1820 le migliori bretelle fatte a mano sono quelle dell'inglese Albert Thurston.

C. Come Centimetri, un centimetro è quanto devono sporgere i polsini della camicia, dal bordo delle maniche della giacca; un centimetro è quanto deve sporgere, dal taschino della giacca, il fazzoletto bianco piegato a rettangolo; un centimetro abbondante è quanto deve sopravanzare il colletto della camicia rispetto alla pupilla della giacca; due centimetri e mezzo è il giusto tacco della scarpa; quattro centimetri sono quelli dei risvolti dei pantaloni.
Come Collo, esso sostiene la testa, il colletto definisce la camicia. L'adozione non è sbagliata ma genera confusione.

D. Come Denaro è importante perché l'eleganza è costosa, se tutti i ricchi fossero eleganti l'equazione sarebbe perfetta, ma è più spesso vero il contrario.

E. Come Eleganza una volta perfezionata, sarà tutto vano senza finezza morale.
Come En solitaire, l'assoluto elegante vive gli imperativi del proprio destino. 
Non quelli della sorte altrui.

F. Come Fazzoletto da taschino, i falsi eleganti lo indossano a tutte le ore perché pensano di completare al meglio la loro mise. I veri eleganti sanno che esso deve essere bianco, in pura batista di lino, e che non si indossa prima delle diciotto (solo la domenica è permesso in tutte le ore del giorno).

G. Come Griffe. Lo dice la parole stessa: è il "marchio" indelebile per chi è incapace di pensare, e decidere con la propria testa.
Come Guanti, mai quelli neri da strangolatore.

H. Come Hermes l'unico sigillo di stile.

I. Come Italiani; se vi lusinga così tanto il modo di abbigliarsi britannico, vestite "all'inglese" senza illudervi di esserlo.
Ci si può appropriare delle forme di una cultura. Non della sua essenza.

L. Come Letture; per alcuni finiscono subito dopo la laurea, per altri cominciano.
Come Linea; tenere il proprio peso-forma è difficile ma non impossibile, se accumulate adipe vuol dire che lo stomaco governa il cervello.

M. Come Moda, una parola stupida quanto chi la segue. L'uomo elegante non è mai alla moda, egli è aggiornato nello stile, al passo coi tempi.
Come Mito il "Mito" segna un destino, non riempie le pagine dei rotocalchi.

N. Come Nero. Il nero ha invaso le città, ponendole costantemente in lutto, e poiché rappresenta la privazione dei colori anche la negazione delle idee. 
Una forma irresponsabile di radicalismo minimalista e plebeo.

O. Come Ombrello (nero), serve per proteggersi dalla pioggia e non per accecare con le estremità delle astine metalliche quando è aperto.  Fate quindi attenzione a come vi muovete.

P. Come Profumi, CREED dal 1970, il preferito della regina Vittoria, l'assoluto per Napoleone III, speciali le fragranze delle collezioni private; magico il Green Irish, eccelso il Royal Water ( l'acqua reale).

R. Come Righe; la stoffa del diavolo, una storia delle righe e dei tessuti rigati.

S. Come Spezzato, il più sottile diaframma tra paradiso e inferno, è un ottimo banco di prova per l'aspirante al titolo di "elegante". ...un solo errore, nell'armonizzare tessuti e colori, ...e il disastro sarà compiuto!
Come Su misura, l'unica via percorribile per la vera eleganza, nella produzione industriale si ha sempre l'impressione che il corpo si muova "dentro" l'abito e non "con" l'abito.

T. Come Tatuaggi, esprimono indelebilità di un ricordo tragico. Solo se si è fatto parte di un reparto speciale dell'esercito e si sono compiute missioni di guerra, si ha diritto, e l'onore, di portarlo.
In tutti gli altri casi è solo, becero esibizionismo.

U. Come Understatemen, uno dei presupposti basilari dell'eleganza. 
Anche il palazzo più lussuoso o la villa a Saint Tropez si chiamano "casa", un veliero a due alberi è una semplice "barca", una bottiglia di Chateau Petrus del 1982 è "una bottiglia di vino rosso", una grave angina pectoris è "un leggero raffreddore" e la perdita per crollo della Borsa una "sfortuna".
Chi non fa proprio questo principio non sarà mai "elegante".

V. Come Venti, dalle ore venti in avanti si ha diritto di indossare uno smoking. Mai prima!
Come Vanterie. Non ci si vanta dei propri pregi, né si scherniscono i difetti altrui. Guai l'autoreferenzialità o l'autocitazione: "io so..." " io conosco..." "come ho già detto..." "come ho già scritto"

Z. Come Zephir, tessuto di cotone, fine e leggero, in armatura a tela, fabbricato con filatori ritorti a due capi. Il migliore è quello mercerizzato, l'elegante lo impiega nella camiceria.
Come Zotici, i cafoni, gli scorbutici o, peggio, i villani. La ricchezza, per quanto grande possa essere, non autorizza in alcun caso comportamenti maleducati. Anzi, il più grande patrimonio che si può lasciare in eredità ai figli è proprio una buona educazione.
La ricchezza può svanire, le buone maniere rimangono.


                                             ... il bene non ha che un modo, il male ne ha mille...
                                                                                         - Honorè de Balzac- 



lunedì 28 luglio 2014

La classe in un dito: Chevalier

L'anello a sigillo o Chevalier è uno dei miei accessori preferiti e difficilmente vi rinuncio.

Anticamente aveva la stessa importanza della carta di credito o del BlackBerry: chi lo perdeva andava nel panico.
Era una specie di timbro con la firma del contraente che veniva utilizzato per siglare un accordo.
In un passato dove leggere e scrivere era prerogativa di una classe elitaria, il poter lasciare un simbolo o segno identificabile da tutti era davvero importante.

Nel Medioevo, le nobildonne lo portavano come simbolo di prestigio e indipendenza.

Nel famoso dipinto:

                                                      Donna allo specchio di Tiziano



Il piccolo anello che la giovane indossa al mignolo della mano sinistra, ci ricorda che è sola, padrona di sé, del suo corpo, della sua mente e del suo destino, non c’è una famiglia che la guida, la irreggimenta e la destina come merce pregiata. 


Oggi ha un potere tutto particolare.
Rappresenta l'individualità di ognuno di noi perché ci si può incidere ciò che si vuole.

La versione classica reca l'insegna di famiglia o della scuola frequentata, oppure le iniziali di nome e cognome, ma se volete essere un po' meno tradizionali, potete far incidere di tutto, una battuta o una data da ricordare per esempio.


Il mio chevalier preferito col simbolo di Montegallo
#montegallo45



Qualsiasi cosa decidiate, sappiate che indossare un anello a sigillo è un segno di stile senza tempo,
un autentico A-trend e come sapete "la moda passa ma un A-trend resta!" ( vedi post A-trend )


Idee di Alice

Se non vi infastidisce l'idea di portare un anello con le iniziali di qualcun altro o l'insegna di una famiglia che non è la vostra, cercate nei negozi di antiquariato, dove troverete antiche e complicate incisioni.

Se invece, preferite realizzarne uno speciale, che parli di voi e della vostra storia, vi consiglio di  fare come me: andate a Pesaro e fate una chiacchierata con la mia amica Claudia Ottaviani


Claudia è una delle designer di gioielli più brave d'Italia e nel suo laboratorio di Pesaro i sogni, specie se preziosi e unici, diventano realtà.



lunedì 21 luglio 2014

A scuola di trecce, Campocavallo e la Festa del Covo

Quando voglio un'aria veramente cool con poco, mi raccolgo i capelli in una treccia.
Esattamente in una 'treccia marchigiana'.

Si, perché di trecce ne esistono di due tipi: quella "classica" alla francese e quella a spiga di grano anche detta "marchigiana" appunto. 
( in verità esistono anche quella olandese e quella greca, ma lasciamo stare tanto stanno bene solo a loro).

La treccia alla francese, conosciuta anche come treccia cucita, è probabilmente una delle più diffuse e note. In verità fare la treccia alla francese non è così semplice come si potrebbe immaginare e richiede abilità non certo 'fai da te'. Perché sia perfetta occorrono spazzola, lacca e diversi elastici.

Treccia francese


La treccia a spiga di grano o marchigiana, manco a dirlo, è la mia preferita. 
E' una treccia molto fitta che, rispetto a quella “classica”, da un effetto più naturale e raffinato e  nasce dalla tradizionale lavorazione delle spighe di grano dorato che si tramanda nelle Marche di  madre in figlia, durante la mietitura del grano. 
Io riesco a farmela da sola, ovunque, con qualche piccolo movimento delle dita e un certo esercizio che mi ha insegnato la mia nonnina.

Treccia marchigiana






In verità  le origini di questa pettinatura sono molto antiche e risalgono addirittura all’Egitto, anche se molti ne individuano un origine ancora più remota, addirittura nelle società tribali dell’Africa occidentale quando era uso insegnare alle giovani delle tribù l’arte di intrecciare i capelli. 
Tutt'oggi sono di moda le treccine africane ( anche quelle lasciamole stare a meno che non siate Africane appunto, a loro si stanno bene )

La storia e la tradizione delle trecce marchigiane però hanno un origine magica e sacra perché nascono da un miracolo:
Il miracolo della Beata Vergine di Campocacallo.
La tradizione narra, che il 16 giugno 1892, all'interno della piccola chiesa di Campocavallo di Osimo, la riproduzione pittorica della Madonna abbia cominciato a piangere gocce d'acqua e le pupille della Vergine si siano abbassate e alzate davanti a una folla di fedeli. 
Da allora questo evento viene ricordato attraverso una sentita festa popolare che si tiene ogni anno la prima domenica di Agosto: La Festa del Covo
Il coinvolgimento è tale da impegnare gli abitanti del posto per tutto l'anno nella realizzazione del carro. 
Le donne di Campocavallo si tramandano con amore, di generazione in generazione, l'arte di lavorare fili di paglia per dare pazientemente origine a trecce di grano dorato.




La tradizione della lavorazione delle spighe tramandata di generazione in generazione 

trecce di grano dorato



Che poi gli uomini usano per allestire la struttura del carro.



Il Covo, da cui deriva il nome della festa, è in realtà un carro che trasporta un artefatto di paglia raffigurante un monumento religioso, ogni anno diverso.
Quest'anno (2014) il Covo riprodurrà la chiesa di S.Pietro in Vaticano.



La Basilica del Sacro Cuore di Montmartre - Parigi
Covo Edizione 2013

Romantico vero? Sarà per questo che gli uomini adorano le trecce! 

Se vi capita di passare per Campocavallo nei giorni antecedenti la festa, chiedete in quale casa stiano facendo le trecce e le donne del posto saranno ben felici di raccontarvi i segreti della lavorazione di una perfetta treccia marchigiana. 

lunedì 14 luglio 2014

Altrochè macarons... alta pasticceria delle Marche


A Parigi ci si può perdere per pasticcerie... e nelle mie Marche?  


Ecco una dolcissima mini guida alle migliori pasticcerie delle Marche in un simpatico ( e anche verosimile ! ) tete a tete  con le più famose pasticcerie della capitale francese.
A Jesi, Osimo, Loreto e Chiaravalle, quattro tappe obbligatorie per autentici golosi. 

                                                    

Bardi vs Laduree   
                                                       
Se la boutique Ladurée è  famosa in tutto il mondo per i macarons, i dolcetti più amati dalla regina Marie Antoinette, 
Jesi il Bardi è considerato un vero e proprio 're della meringa'. 
Una sfida a colpi di semplicissima dolcezza. 

La meringa di Bardi - Jesi

I macarons di Laduree - Parigi


                                                          

Pasquini vs Fauchon  
        
Fauchon di casa nostra, Pasquini, già dal packaging ottiene il meritato titolo di 'cadeau chic' delle Marche. 



Il Packaging chic del Caffè Pasquini - Chiaravalle


Fauchon - Parigi 



Lombardi vs L'atelier de l'eclair

                                                              
A Parigi li chiamano eclair e ci sono negozi, come L' atelier, che sono specializzati.
La pasticceria Lombardi di Osimo è una tappa obbligatoria per gli appassionati di bignè.


Lombardi - Osimo





L'atelier de l'eclair - Parigi 

                                                 
 Picchio vs Pierre Herme

                                                           
Le torte della pasticceria Picchio ( qui yogurt e frutti di bosco ) sono paragonabili solo alle delizie parigine di Pierre Herme.


Picchio - Loreto



Pierre Herme - Parigi 


giovedì 10 luglio 2014

Le Fate Sibilline


Se volete conquistare una Marchigiana chiamatela "Fata". Mai complimento sarà tanto azzeccato.

Quando il mio primo fidanzatino ( romano doc ) mi incontrò la prima volta, esordì esclamando:
"A fata !", io capitolai tra le sue braccia.
Aveva colto nel segno. Aveva riconosciuto qualcosa di straordinario. E' così.
Noi marchigiane siamo tutte magiche.

Ma perché storicamente ci fregiamo di tale meritatissimo e incantevole epiteto?

Nelle zone montane delle Marche si fa spesso riferimento alle fate.
Ci sono due grotte a loro dedicate, una sul monte Sibilla e un'altra sul Vettore, esistono sentieri delle fate, i cerchi delle fate e non mancano detti popolari che si riferiscono a queste creature magiche, misteriose e con ogni probabilità inesistenti. A meno che si vada parecchio indietro nella storia della regione, esattamente al 295 a.C, quando nel territorio fra Sassoferrato e Camerino venne combattuta una sanguinosa battaglia di Sentino tra Romani e Celti anche detti Galli Senoni.

Le legioni Romane ebbero la meglio e le tribù celtiche si dispersero.
Per salvarsi, i druidi (sacerdoti) e le donne celtiche si nascosero nei boschi delle montagne marchigiane. 

Erano donne sole, giovani e belle e molto probabilmente la loro presenza in zone isolate favorì la nascita di leggende e storie fantasiose come quella della Sibilla e delle Fate Sibilline.





D'altronde, se nel Maceratese non fossero arrivati i Celti, come si spiegherebbe l'esistenza, nel comune di Cingoli, di un borgo che si chiama Troviggiano, ovvero "druido Giano"?
Tracce archeologiche di Celti o Galli Senoni si riscontrano praticamente ovunque nelle Marche, fino anche a Senigallia (che prende appunto il nome dai fondatori : Senoni Galli).

Le Fate sibilline sono quindi donne celtiche, al pari delle anguanes alpine, donne vere in carne ed ossa. Belle e affascinanti, depositare di conoscenze superiori.

La danza delle fate-musica celtica

Dunque colleghe fate marchigiane,  se camminando per le strade di Roma vi sentite salutare con
"A fata ", ebbene vi hanno riconosciuto.
Tranquille. Ringraziate, salutate e fate un lieve cenno con la vostra bacchetta magica come farebbe una vera grande Fata Sibillina Marchigiana.




lunedì 7 luglio 2014

"Chi vuol esser lieto sia" storia parecchio alternativa del Rinascimento Marchigiano

Se avessi potuto scegliere un'epoca in cui vivere avrei scelto di sicuro il Rinascimento Italiano.
Tutto deve essere stato meraviglioso a quei tempi, tutto quel fiorire di scoperte, quell' affermazione di Signorie, quel parlare di arti mi avrebbe calzato a pennello!

Dopo le barbarie dell'età di mezzo, dove (si diceva) c'era stato un buio da paura, c'era solo la primavera, e sole, e fiori. Gigli, soprattutto. Perché è inutile fingere il contrario: parlare di Quattro e Cinquecento, significa più che altro parlare di Firenze.

E io sarei stata proprio lì, con il mio Lori ( Il Magnifico ndr) a spasso in Piazza Pitti.


Alice Catena "della Marca" di Uccio Montevidoni 



A: "Messere, i miei omaggi, vi vedo Magnifico, stamani"
L:  "I miei omaggi a voi, Madonna, siete un fiorellin di campo in questo nuovo giorno"
L:  "In dove si va oggi, Madonna?"
A:  "si va vedere icchè combina quel chiacchierone di Poliziano?"
L:  "proposta eccellente, ovvia allora, gnamo!"

Essendo però io femmina dal noto "caratteraccio" (devo averlo preso da qualche antenato, anche se col beneficio della retroattività e con una sana dose di sopraggiunta maturità devo ammettere di aver smussato non pochi spigoli) non avrei certo sopportato Lori h24 ( ne lui me probabilmente) e così avremmo optato per una serena, pacifica e modernissima convivenza a distanza.

Ci saremmo visti durante i week-end e Lori mi avrebbe riempito di attenzioni via sms...

L: "Mi manchi"
A: "anche tu"
L: "quando torni?"
A: "Lori, lo sai che qui a casa ho le mie rose, le mie cose"
L: "ma non ti annoi nella Marca?"
A: " Lori caro, tu passerai pure alla storia come Magnifico, ma io ti trovo un po' chiusetto di mentalità. Ti vorrei meno accentratore, più "illuminato" diciamo, che i grandi artisti mica sono solo lì a Firenze. Oramai mi conosci, lo sai che a me tutti questi "artisti stellati" dopo un po' danno noia, strapagati, straconosciuti, sempre sui giornali (lori aveva anche inventato la stampa) alla fine diventano commerciali.
Guarda che anche qui nella Marca c'è gente ganza, c'è un gruppetto di Maestri di Rinascimento dell'Appennino e devi assolutamente conoscere questo Lorenzo Lotto, è proprio bravo, ti mando due fotine su whatsapp... www.lorenzolottomarche.it


Annunciazione 1526 - Pinacoteca civica di Jesi

E poi ho un sacco di amici:  i Montefeltro a Urbino, gli Sforza a Pesaro, pensa che ieri siamo andati a Castignano per il vernissage di Vittore Crivelli, te lo ricordi quello della Madonna col bambino, che non si staccava mai dal fratello Carlo, quello dei polittici splendenti d'oro...vedessi che ha dipinto nella Cripta ti mando qualcosa via mail...tu vedrai!

Insomma Lori, sarai pure Magnifico ma sai che ti dico ...se mi vuoi, vieni tu...che io me ne sto nella Marca a scoprire gente nuova! Te tu sposati la Clarice come vuole la tu mamma" (Orsini, una burina di Roma, piena come un ovo di soldi ma mica ricercata come me!)
La storia da qui in poi potete immaginarla... anche se magari non ve la ricordate. ( cioè, non bene come me...ecco )

Fu così che nel Rinascimento nacque anche il primo divorzio della storia tra Alice Catena della "Marca" e Lorenzo il Magnifico de' Medici.

guarda il video
Vittore Crivelli. Madonna con bambino e i santi Pietro e Agostino, affresco, Cripta dell'Addolorata, Chiesa di Santi Pietro e Paolo, Castignano (marche)

Per questo post si ringrazia enormemente Uccio Montevidoni per il ritratto della "Madonna della Marca", la mia maestra e tutti i professori che hanno cercato di insegnarmi storia e storia dell'arte come si deve!

domenica 6 luglio 2014

Il guardaroba de "La Marchigiana"

In quanto "Marchigiana", in fatto di guardaroba e stile non accetto istruzioni da nessuna parigina, milanese, newyorkese o berlinese di turno! 
E non per presunzione ma per necessità e fatti realmente accaduti. 

Se essere eleganti significa al posto giusto col look giusto, noi "donne della Marca" possiamo insegnare al mondo. Solo a noi infatti, capita di passare in soli 30 minuti dal mare alla montagna e anche meno dalla città alla campagna e, capite bene con tutte le problematiche del caso e le conseguenze delle quattro stagioni adriatiche specie adesso che non ci sono più le vie di mezzo!




Proprio ieri per esempio, ero a Fabriano (appennino marchigiano) ad un importante convegno alle ore 17.30  per finire a prendere un aperitivo a Portonovo scalza in spiaggia prima di andare al saggio di danza di mia nipote al teatro di Osimo (quest'ultima tra tutte la prova costume più dura, si sa !). 

Beh il guardaroba di qualsiasi donna di classe deve includere capi per ogni esigenza. Direte voi... Chiaro! Ma la parigina o la newyorkese hanno il tempo di prepararsi, di studiare il loro look, sanno quando partono per la vacanza al mare o in montagna o per una gita in campagna e sfoderano abiti e accessori più adatti. 
Noi no
Noi siamo pronte sempre a qualsiasi evenienza. Quello che noi facciamo con naturalezza quotidiana metterebbe in crisi i personal stylist più gettonati del pianeta. 

Se 'flessibilità' é la parola più alla moda in questo momento di crisi, noi marchigiane c'è l'abbiamo sparata nel sangue anzi nel look e questo ci rende uniche ed inimitabili.


Lo sguardo giudice di mia madre durante le sedute di shopping, ha segnato decisamente ogni mio futuro acquisto: " Prendilo che questo ti può servire per raccogliere le ciliegie, questo per andare a messa a Loreto, questo per il varo di una barca, ...per andare a sciare da zio a Visso..." e via con la fila di ipotetiche ma realistiche occasioni. 


Certo lo ammetto in fatto di scarpe ci piace vincere facile. 
La maggior parte delle più belle scarpe al mondo viene prodotta nelle Marche e gli outlet a disposizione sono moltissimi ma anche  sovraffollati da turisti.
Noi preferiamo piccoli artigiani dove è ancora possibile farsi realizzare scarpe su misura e personalizzate e nei prossimi post troverete i posti giusti, quelli che frequentiamo io e le mie amiche "Marchigiane" alla ricerca della qualità.
Lo so che state morendo di curiosità d'altronde... una illustre di noi  ci insegna ...
Carrie in Sex and the City


Per il momento vi racconto l'abbinamento preferito de "La Marchigiana" quello che proprio non manca mai, quello giusto mare e monti perché mixare è l'arma segreta de " La Marchigiana" ... RIGHE E FIORI !






sabato 5 luglio 2014

Ancona ha capovolto anche la Regina Elisabetta


La prima cosa che insegnano in geografia è che il sole sorge a Est e tramonta a Ovest.
A tutti ma proprio a tutti tranne ai bambini anconetani!
Esatto, Ancona è l'unica città in Europa dove il sole sorge e tramonta a Est cioè sul mare.

Quando ero piccola pensavo fosse una magia di mio padre. " Se fate i bravi stasera papà fa la magia del tramonto" ci diceva la mamma e noi ovviamente aspettavamo buoni buoni papà e tramonto.

Vi sentite capovolti? 

Tranquilli, è solo l'effetto ottico dovuto alla posizione geografica e alla conformazione a gomito caratteristica di Ankon , da cui deriva il nome Ancona che in greco significa proprio gomito.

Questo spettacolo naturale spinse persino la Regina Elisabetta d' Inghilterra nel 1961 a visitare la città.


Tramonto sul mare Ancona

Attenzione però, perché il fenomeno non è visibile da qualunque belvedere.

Il mio consiglio è di godere questo prodigioso incanto della natura da Marina Dorica, la marina turistica degli anconetani.


Occhiali Marina Dorica prodotti in esclusiva per Ottica Manna

Per esempio dalla bella terrazza della Lega Navale o seduti sulla scogliera del molo di fronte, sempre che non possiate permettervi di stare a bordo di una delle imbarcazioni da sogno prodotte dai cantieri ISA o CRN.
Oppure dal bar del Duomo, un locale incantevole, da poco rinnovato e gestito da ragazzi simpatici e volenterosi, magari dopo una visita al monumentale Duomo di San Ciriaco.

Se vi è mai capitato di frequentare Mykonos o Formentera, sapete bene che l'ora del tramonto sul mare è praticamente un rito.

Dove sia, non potete perdere la "magia del tramonto" di Ancona per diventare un tutt'uno con il sole, con il  mare e con ciò o chi vi circonda.

ps. una volta scoperto mio padre si è specializzato in altre magie! 





venerdì 4 luglio 2014

La Gioconda e' marchigiana

Incantata davanti alla teca blindata al Louvre mia nonna compiaciuta esclama: " Siamo sempre state belle noi donne marchigiane!"
E' già.  Non me ne abbiano i miei amici toscani ma la donna ritratta nel celebre capolavoro di Leonardo non è la fiorentina monna Lisa del Giocondo ma una dama della corte di Urbino, al secolo Pacifica Brandani, amante di Giuliano de' Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e duca di Nemours.
La Gioconda 
         E il paesaggio alla sue spalle non è la Valdarno ma il Montefeltro, antico ducato urbinate.
                         

Montefeltro paesaggio

Ad avvalorare le tesi di mia nonna, secondo lo storico Roberto Zapperi,  Giuliano, donnaiolo e poeta, bandito da Firenze, per una decina d'anni risiedette a Urbino dove incontrò Pacifica, che ovviamente cadde tra le sue braccia. Quando la donna si accorse di aspettare un bambino, Giuliano era già a Roma e dopo il parto, essendo Pacifica regolarmente maritata, il piccolo venne abbandonato davanti ad una chiesa. Dopo poco, gravemente malata morì, riuscendo però ad avvisare Giuliano della paternità. Il novello padre tornò a prendere il bambino che chiedeva continuamente della madre. Fu allora che Giuliano commissionò a Leonardo il ritratto di Pacifica, descrivendola al pittore come la ricordava egli stesso.
"Quel sorriso su cui tanti hanno favoleggiato è il sorriso di una madre che non c'è più" racconta Zapperi e che da lontano cerca di consolare il suo bambino.

Care lady marchigiane, quando sfoderate uno dei vostri sorrisi migliori, tenete bene a mente che tra i vostri antenati potete vantare il sorriso più famoso misterioso e magnetico della storia dell'arte!



giovedì 3 luglio 2014

Caterina de' Medici e il profumo a Civitanova Marche

Quando Caterina de' Medici arrivo' in Francia portando con sé il suo naso personale Renato Bianco (ribattezzato immediatamente René le Florentin) le parigine impazzirono e gli artigiani francesi divennero presto espertissimi. Le famose amanti del Re Sole, la Pompadour o la DuBarry erano donne profumatissime tanto da incantare il Re e spendere fortune dai profumieri!

Ogni grande donna sa che il profumo e' un'arma potentissima perché stimola tutto ciò che appartiene alla parte più irrazionale della mente. Alcune donne ne hanno uno per il giorno e uno per la sera (interminabile la fila di boccette sulla consolle di mia madre), altre lo cambiano a seconda della stagione. Altre ancora provano una fragranza diversa ogni volta che una celebrità pubblicizza un marchio nuovo. E poi c'è chi mette lo stesso profumo da quando aveva sedici anni.

Personalmente, credo sia meglio scegliere un profumo di qualità e restarvi fedele, così che chiunque riconoscendo la vostra fragranza si ricorderà di quell' aria unica! Meglio quindi che il profumo che indossate parli di voi e della vostra storia ...

Vi sembrerà impossibile avere un profumo che porti il vostro nome e invece ... proprio come i maitre parfumeur a Grasse, nel sud della Francia, a Civitanova Marche il mio amico Mauro tiene lezioni e realizza profumi personalizzati, dosando sapientemente solo essenze naturali.



Le essenze naturali di Mauro
https://www.facebook.com/bottegamalatinicivitanova?fref=ts

Quando ho conosciuto Mauro, nella sua Bottega Malatini gli ho parlato delle mie rose e della mia passione per i cavalli e dopo una piacevole chiaccherata persa tra una vastità infinita di essenze naturali ... voilà... la ricetta del mio personale profumo con tanto di dedica... Aria di Alice  ' apri i tuoi petali, veli di fascino sovrapposti e lascia che il coraggio arcano e sempre nuovo invada di te l'aere'.  Una nuvola di note di delicata rosa sapientemente bilanciata dalla forza del cuoio.



Aria di Alice

Allora quando passate a Civitanova e volete sentirvi un po' Caterina 'de Medici... regalatevi un profumo fatto su misura per voi...c'è qualcosa di più esclusivo e tremendamente chic ?!
Mauro e la sua bottega fanno bene al cuore !


martedì 1 luglio 2014

Semplicità

In ogni cosa - nel carattere, nei modi, nello stile - l'eccellenza suprema e' la semplicità     

Sirolo La Saint Tropez delle Marche

Il panorama che si gode dalla 'terrazza più a Est dell'Adriatico' è emozionante. Da un lato sembra quasi di toccare quel tratto di Italia bagnato dal Mare Adriatico, dall' altro un profilo del monte Conero e la bellezza della selvaggia macchia mediterranea.

Panorama 
Se avete il tempo di trattenervi una notte prenotate una delle 7 camere della locanda Rocco, la storia narra che rientrando dall'Egitto, San Francesco d'Assisi abbia soggiornato proprio in questa locanda del 1200. Colori tipici, pietra del Conero originale, pavimenti in resina color lavanda e soprattutto la cena all'aperto a lume di candela riparati dai rami di un secolare albero di Moro. Atmosfera da favola. Giorgio sa che non resisto ai suoi  'Frescarelli al ragù di pesce' un piatto  antico e povero della tradizione marchigiana fatto con riso e farina ormai introvabile che mi ricorda mia nonna e i suoi racconti di ragazza.
 www.locandarocco.it                                                                                                                                Se invece siete più propensi all'osteria, vi raccomando 'Da Sara', il miglior risotto di pesce delle mie parti ( papà ordina sempre una doppia porzione...tanto gli piace !), ma ricordatevi di prenotare l'osteria è piccolissima e sempre molto frequentata.

Sirolo La Saint Tropez delle Marche

I vicoli colorati, l'aria cool e casual, i dehors sulla piazzetta, i ristoranti all'aperto e quel brusio tipico delle serate estive fanno di Sirolo la Saint Tropez delle Marche. Ogni volta che vado mi sento un po' Brigitte Bardot e anche il look si adegua all'atmosfera.
Vicoli Sirolo
Il mio consiglio e' di andare il mattino prima di scendere in uno dei bagni della sottostante e splendida spiaggia Urbani a cui si accede dopo una discesa tra i sentieri tipici del Conero o alla ancor più selvaggia spiaggia di San Michele o Sassi neri  passando direttamente dal parco di Sirolo.      
      Prima di un bagno di sole non manco mai la sosta a La Drogheria
.https://www.facebook.com/profile.php?id=458027217585278&ref=ts&fref=ts                                    dove la mia amica Elena prepara un ricercatissimo cestino di tutti e solo prodotti tipici marchigiani: dal pane fatto con le farine locali ai salumi e formaggi alle bevande senza dimenticare la frutta dei contadini del Conero. Ah le delizie 'della Marca' !

Purezza

                                 Vivi al sole, nuota nel mare e bevi solo aria pura 

Alice Catena 

Su la vita !

In spiaggia si ma poca abbronzatura e con un tocco vintage super femminile.

Il ritorno della vita alta.

Tutto era cominciato con gli ombelichi delle ragazzine che hanno fatto dei loro antiestetici jeans abbassati il simbolo dell' anticonformismo e via tutte, ma proprio tutte, le donne hanno ceduto alla dittatura della pancia esposta (alle intemperie).

Ma a ogni rivoluzione nella moda segue una restaurazione.

Del resto nessuna parte del corpo nella storia del costume ha subito più aggiustamenti estetici e fisici della vita. Costretta e rigida nei costumi medievali fino al rinascimento in segno di rettitudine. Quindi strizzata per sadico piacere estetico nell'800 a 'chiudere il fiato fino a fare che gli occhi gli scoppino dalla struttura dei bustini' come ricorda Leopardi nel Dialogo della moda e della morte. Liberata da Madame Coco negli anni 20, poi di nuovo messa in risalto negli anni 50 da Dior con le sue gonne a corolla, la vita ha continuato a 'migrare'.

Indossarla dona una sensazione di autentica femminilità ... A-trend


A-trend

Sapete che cos'è per me un Autentic-trend o A-trend ?  Un A-trend è un' abitudine diffusa, ma non abbastanza da essere divenuta commerciale. Molto chic. Lo considero un punto in comune, un tratto distintivo, un riconoscimento ad una sensibilità condivisa ma esclusiva. Una sorta di saluto da motociclisti, insomma. Non so voi, ma provo un certo piacere personale quando incontro persone che scelgono un  A-trend. Che sia un abito, un accessorio, un cibo, un locale,un viaggio, una mostra, una musica, un film, un pensiero... coloro che inseguono gli  A-trends si riconoscono.
Anche se molti non lo danno a vedere... 
Gli A-trend non hanno niente a che vedere con la moda, con le ultime tendenze, con il lusso e con il consumismo perchè 'la moda passa ma un A-trend resta '