mercoledì 3 settembre 2014

Il giovane favoloso, diretto e reinterpretato da A-blog ( prima parte )

E' freschissima di questi giorni la notizia che le Marche sono in scena alla 71°Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con "Il giovane favoloso", il film di Mario Martone ispirato alla vita di Giacomo Leopardi.

Il GIOVANE FAVOLOSO (clip anteprima)

Ora, a parte il fatto che da quando ho appreso la notizia, così marchigiana come sono, mi sento gasatissima e mi muovo come se vivessi in un set cinematografico, confesso che sono un tantino offesa. Anzi proprio offesa!

No dico: ma come mai nessuno mi ha interpellato come fonte ufficiale?! oppure scritturato per la parte (che ne so) della madre Adelaide Antici, per esempio ( non foss'altro per il piacere di avere almeno in un film un figlio che studia molto ) bah...?!

Comunque stante il fatto, mi toccherà raccontarvi la vera storia di Giaki, quella autentica A-blog, che è un tantino diversa da quella che sapevate finora.

Solo, triste, mezzo ciecato, tartassato dai geloni e gobbo.
Nessun poeta più di Giacomo Leopardi si è guadagnato in tempo reale la fama di infelice.
Non ci fu neanche bisogno di aspettare che morisse per inserirlo nel catalogo degli autori più depressi della storia della letteratura di tutti i tempi e luoghi.

Egli era ancora vivo e (abbastanza) vegeto, quando i suoi compaesani, scorgendolo affacciato d'in su i veroni del paterno ostello, mormoravano: "Guarda lassù chi c'è: lo Sfigato!".

Nessuna biografia impietosisce uno studente più di quella leopardiana.
Nelle femmine scatta l'istinto della crocerossina e tutte vorrebbero essere vissute tra il 1798 e il 1837 e aver avuto la fortuna di incontrarlo su un ermo colle, a chiacchierare da solo dietro una siepe che dall'ultimo orizzonte il guardo esclude, per consolarlo.
Nei maschi invece si risveglia l'atavico gesto antisfiga della grattugia dei bassi fondi.

"Leopardi? Per carità! Quello porta male!"

Nulla di più lontano dalla verità.

Innanzi tutto Giaki non era quel pessimista che ci hanno fatto credere e a dirla tutta non porta affatto male. Anzi. Se c'è un autore grazie al quale un giovane di oggi può sperare in un acchiappo sicuro , quello è proprio lui: il disagio e la difficoltà esistenziale conferiscono un fascino esagerato! (vedi Christian Grey /50 sfumature di grigio/ aveva studiato Leopardi sicuro).

"Si, però intanto Leopardi non ebbe mai una donna" potrebbe ribattere qualcuno.
Vero. Ma per altri motivi: Giaki di Recanati non si lavava quasi mai. Fu questo il problema.

"Giacomo, te la sei cambiata la camicia?" gli chiedeva la madre Adelaide (che io avrei interpretato benissimo-fare la rompi è il mio mestiere). "Ecco un attimo" rispondeva lui.
I colletti delle camicie di Leopardi sono passati alla storia come i più lerci fra quelli di tutti i poeti dal Trecento in poi.
E Adelaide si disperava. In casa era lei che portava i pantaloni. Monaldo, brav'uomo per carità, si era sfortunatamente fatto intortare in alcune speculazioni scriteriate e ci aveva rimesso le mutande. Da quando si era cacciato in testa quella storia di farsi la biblioteca privata più grande d'Italia, spendeva fiumi di banconote in libri. "Per i recanatesi, lo faccio per i recanatesi, affinché possano disporre di questi ventimila volumi e vengano comodamente a prenderne in prestito quanti ne desiderano".


Biblioteca di casa Leopardi - Recanati

"Ma quei tre, non fanno altro che leggere?! Non scendono mai in piazzetta a giocare insieme a noi?!" si chiedevano i coetanei di Recanati riferendosi a Giacomo e ai suoi due fratelli Carlo e Paolina.

Monaldo se li sistemava tutti e tre nel suo studiolo e periodicamente li sottoponeva al famoso "compito in casa", ma mentre i fratelli studiavano il giusto, Giaky esagerava si perdeva dentro i libri, ci si dimenticava, poi sul suo diario la buttava in tragedia. " studio matto e disperatissimo", ma era proprio lui che voleva sgobbare.

A quattordici anni padroneggiava tre lingue antiche (latino, greco, ebraico) e tre moderne ( inglese, francese, spagnolo).

"Mi licenzio!" disse un giorno il precettore. " Questo è un enfant prodige e ne sa molto più di me, mi mette alla prova e mi fa domande trabocchetto per vedere se ci casco".


_ fine prima parte_ pausa pop corn_

siamo al cinema in anteprima ve lo siete dimenticato? lo spettacolo riprenderà dopo l'intervallo se nel frattempo non sono naufragata in questo mar!!


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